domenica 7 marzo 2010

Piccola immagine del mio sabato sera

Firenze, sabato 6 marzo 2010.
Appuntamento alle nove e mezzo in Piazza della Libertà.
Usciamo di casa con calma, tanto sappiamo benissimo che prima delle dieci La Martinsky non apparirà all'orizzonte.
E infatti è così. Ci ritroviamo in quattro, con un freddo cane, senza sapere che fare. Tipico.
Ma La Marti ha un grande programma: c'è una specie di locale nelle vicinanze, dove stasera dovrebbero suonare dei suoi amici di Vaglia. Andare e sentire tre o quattro pezzi non costa nulla, no?
Ci incamminiamo verso il posto, e quasi già lo scorgiamo in lontananza. A questo punto, e solo a questo punto, La Marti ci ferma. "C'è una cosa che non vi ho detto, e che forse dovevo dirvi prima... Mi han detto che sto locale è un pochino di destra". La concezione di "un pochino" della Marti ci è stata chiara solo quando abbiamo visto le bandiere di Azione Giovani. OVUNQUE.
E' giusto dire anche quanto sia stato difficile poi riuscire a trascinare via La Marti da lì, mentre non è giusto dire alcuna parola sulla qualità della musica, perché, come ben si sa, non si spara sulla croce rossa.
A questo punto, vorrei soltanto sapere come va a finire Ponyo sulla scogliera.

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