venerdì 16 ottobre 2009

Due minuti

Sono le 8 e un quarto di mattina.
Suona la sveglia.
Premo il pulsante per la ripetizione dell'allarme ("è ancora presto...").
So già che è impostata per suonare ancora dopo due minuti. Ho una teoria a riguardo: in questo modo sono costretta a spegnerla di continuo, e quindi a svegliarmi, anche per sfinimento... quel "bip...bipbipbipbip.... bipbipbipbipbipbipbipbip..." è insopportabile, sentirlo di continuo dovrebbe convincermi ad alzarmi. Ebbene, il metodo sperimentale ha dimostrato che questo sistema non funziona. Eppure vale ancora la pena di tentare.
Le 8 e 17.
Suona la sveglia.
Premo ancora "ripeti".
Posso lasciarla suonare almeno fino alle 8 e mezzo. Non ho fretta.
Le 8 e 31.
Suona la sveglia.
"Altri due minuti..."-mi dico.
"Due minuti..."
Mi ricordo quando dormivo da Enrico il sabato sera. Lui la mattina si svegliava sempre presto, mi accarezzava, poi si alzava e mi copriva bene con le lenzuola azzurro-verdi di pile, si preparava il caffé e latte (soprattutto latte) nella tazza dei Beatles ("Abbey Road") che gli avevo comprato a Berlino, faceva colazione, guardava il telegiornale, armeggiava un po' con il computer. Ma la cosa che mi ricordo meglio di quelle mattine, passate pigramente in quel monolocale umido e senza riscaldamento, era quando usciva dalla doccia e mi veniva a svegliare. Era bellissimo: veniva fuori dalla porta del bagno in una nuvola di vapore, con addosso uno dei suoi accappatoi, bianco oppure azzurro, e con la cuffietta da doccia sulla testa, tutto gocciolante d'acqua calda, e profumato di bagnoschiuma al borotalco. Gli ho sempre detto che in quella mise era di un'omosessualità dirompente. Per questo mi faceva impazzire.
Si chinava su di me, ancora addormentata, e l'acqua gli sgocciolava dal naso. Sentivo l'odore della sua pelle pulita, dell'acqua calda, del borotalco, dei capelli bagnati oltre la cuffietta di plastica.
"Amore... amore amore... amore amore amore! Alzati!"-mi diceva.
"Mmmm... due minuti!". E lui rideva. Sempre.
Ha sempre amato il modo in cui lo dicevo.
"Due minuti..."
Ora di quelle mattine è rimasto solo l'intervallo tra le ripetizioni dell'allarme di sveglia nel mio cellulare. Strano come cambino le cose.
Le 8 e 49.
Suona la sveglia.
La spengo.
Mi dico di alzarmi. Ho un braccio informicolato. La lezione inizierà alle 9 e mezzo.
Mi dico che mi alzerò quando smetterà di formicolarmi il braccio. Ma prima ancora che abbia finito, mi sono già riaddormentata.
Le 9.
Apro gli occhi. Devo alzarmi. Ho mezz'ora per vestirmi, lavarmi ed arrivare all'università. Posso permettermi di arrivare un po' in ritardo, non è un problema.
Ma non è questo il punto. Non voglio alzarmi affatto, oggi.
Non voglio dover sgusciare fuori dal letto, dove c'è solo aria fredda, trascinarmi fino al bagno e vedere i miei occhi, ancora gonfi di sonno.
Non voglio andare fuori, vedere la luce bianca del freddo, quella luce che in alcuni giorni mi faceva sentire contenta, un anno fa, e pensare che è tutto cambiato.
Non voglio prendere l'autobus, sentirmi osservata dalle altre persone, camminare per strada.
Non voglio passare due ore seduta in università, lottando con il sonno, per poi uscire e sapere di non avere niente da fare per il resto della giornata.
Voglio che i miei "due minuti" durino tutto il giorno, oggi.
Non andrò all'università, dormirò finché avrò sonno, e dopo fingerò di dormire finché avrò voglia di farlo. Fingerò di non essere qui.
Fingerò di avere ancora qualcuno a cui chiedere di aspettarmi ancora due minuti.
Vorrei non averlo chiesto quella volta di troppo.

2 commenti:

  1. NO. non ci siamo. sai che questo bell'articolo porterà al suicidio almeno la metà degli incauti lettori che vi si imbatteranno?
    la faccenda si fa grave.
    l'impressione che si ha leggendoti, mi correggo, l'immagine che si materializza leggendo le tue parole, marti amore, è la MORTE.
    ma questo dovrebbe farti riflettere, il lui che era prima, quel preciso lui, come d'altronde quella precisa te, non esiste più! più e mai si ripresenterà allo stesso modo. dunque tutte queste ricordanze, come le chiamerebbe il mio spirito amoroso, sono nocive ed assolutamente inutili. non ti aiuteranno per NESSUNA delle tue elaboratissime teorie. tira fuori Wonder Woman! ecchecazzo!cos'è questa mollezza? basta! e non continuo perchè mi sto infiammando! appena ti vedo ti sistemo!!!!
    e ora dormi. e pensa consapevole, se proprio non puoi farne a meno!

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  2. mia cara GUD,
    riversare fiumi di amarezza in un blog depresso che faccia sentire depresse anche le persone che lo leggono (povere anime, mi dispiace per loro, davvero, mi dispiace) è la miglior valovola di sfogo di cui io disponga al momento. Il che è dire tanto.
    Le cose sono cambiate? Lo so, c'ero anch'io quando succedeva. Nulla mi garantisce però che tutto "il nuovo" non possa essere ciò che voglio. Ma il percorso per arrivarci è ancora lungo. E' un percorso puramente autodistruttivo? Forse sì. Ma si vorrebbe sperare di no.
    Vediamola in questa ottica: mal che vada diventerò una specie di Giacomo Leopardi (che a te piace tanti), sto raggiungendo delle punte di romanticismo che alla vecchia me avrebbero dato il vomito, e sotto sotto me ne compiaccio.
    Per quel che riguarda Wonder Woman... Lo sono mai stata veramente?

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