venerdì 20 novembre 2009

Costipazione

Eccomi.
Eccomi ancora.
Il mio viaggio è terminato, e io sono di nuovo qua, davanti a questo computer, mentre con un occhio guardo la televisione, e la testa viaggia.
Ce ne sarebbero di cose che vorrei raccontare, adesso. Ci sono molti nuovi pensieri che mi ronzano per la testa. Ho pensato molte volte al modo giusto per metterli nero su bianco, ma ancora non ne ho trovato uno adatto.
Avrei tanto da dire, e non ho abbastanza tempo per dirlo.
Mi sento come costipata.
In questi giorni tutto si è accumulato nella mia testa, le parole si sono accavallate senza uscire, perché la valvola di sfogo era momentaneamente chiusa. Mi sembra di dover ricominciare tutto da capo. Insormontabile.
Cominciamo da qui, allora.
Cominciamo da oggi.
Un nuovo tentativo col teatro.
Le emozioni prendono il sopravvento, e vorrebbero sgorgare fuori tutte insieme, d'un colpo. Eppure qui, in piedi, davanti a queste persone, non ce la faccio. Mi blocco.
Però ci provo. Rabbia.
Rabbia, rabbia, rabbia...
Incredibile, non riesco a trovarne.
Trovo irritazione, ansia, paura, tristezza, nervosismo. Ma non rabbia.
Possibile che non sappia cosa sia?
No.
Forse che sono così arrabbiata da considerarla di casa, a tal punto da non saperla riconoscere?
Forse.
UNO! DUE! TRE! QUATTRO! CINQUE! SEI! SETTE! OTTO! NOVE! DIECI!
Torno al mio posto. Mi tremano le ginocchia. Che sensazione curiosa.
Il cuore mi batte forte, mi sento emozionata.
E poi tutte le emozioni premono contro i miei occhi, vogliono usarli come via di fuga, tutte quante contemporaneamente.
Sento le lacrime che si formano, e sorrido, ridacchio anzi. E' buffo.
Un fiume di parole si forma di botto nel mio petto, lo sento salire su per la mia gola, vuole scorrere fuori, in un unico potente getto. Ma ora non si può. Devo trattenerlo.
Nella mia testa le parole si intrecciano, le frasi si compongono, il suo nome, i ricordi di lui affiorano, le storie cominciano a distendersi, a srotolarsi, tutto diviene chiaro, liscio, scorrevole, come quando scrivo.
Il cuore batte. Gli occhi si bagnano. E non riesco a controllare quest'emozione, forte, potente, totale. Mi piace da impazzire.
Devo capire cos'è. Devo capire come controllarla, come incanalarla.
E saprò chi sono, una volta per tutte.
Il cuore batte forte nel petto. Le ginocchia tremano.

2 commenti:

  1. E' un piacere sapere che sei ritornata, incominciavo a sentire la mancanza dei nostri scambi d'opnioni FINTO (perché io sono sempre tale, perché mai mi definirò:intelletuale) intelletualoidi ;-)

    Comunque, forse dirò una banalità per una persona come te, ma leggiti Pirandello. Un Nobel come lui riesce, sia nel teatro che nella letturatura, ad eccellere e fornirti quella dose concentrata di "sentimento" che ci serve, ma in una maniera sottile che non ce ne accorgiamo nemmeno. Usciamo dal teatro, chiudiamo il libro e... ci sentiamo pervadere da quella esaltazione che ci descrivere il buon Calvino in "Se una notte d'inverno un viaggiatore."

    Spero di essermi reso utile nella mia infima sapienza :D

    RispondiElimina
  2. FRU è incantevole ciò che dici. Garbato e clazante, mi piace...come al solito.

    Marti, chissà se tornerai come un tempo...
    la crosticina acidella che difendevi con ostinazione è diventata un oro ciok alla dawson's creek...ho sempre amato le crosticine acidelle ma dawson mi tocca da dentro!

    RispondiElimina