mercoledì 11 novembre 2009

Il chiodo in testa

Domani sera sarò su un treno alla volta di Pisa, con Jacopo.
Andiamo a Southempton, a far visita alla nostra ex-compagna di interrail, che ha ben pensato di piantare l'Italia per un posto migliore.
Mi dicono che mi farà bene starmene un po' là. In tutta franchezza, non lo so.
Non so fino a che punto ho voglia di spostarmi dalla mia piccola nicchia di calore in questo momento. Eppure non ho nemmeno voglia di restare qui ferma. Anzi, spesso vorrei essere il più lontano possibile. Ma ora come ora mi perderei.
Da lì i miei contatti con "il mondo" saranno interrotti. Niente msn, niente facebook, niente blog. Niente valovola di sfogo quindi. Per sei giorni. L'idea mi terrorizza.
Mi metto nei panni di Jacopo, che dovrà sopportare i miei sbalzi d'umore. Che santo. Ci vuole pazienza con me, lo capisco, specie in questi ultimi giorni.
Mi sto mangiando vive le persone. Sono nervosa, mi sento la testa pesante, ma non posso smettere di pensare.
No, smettere di pensare non è una soluzione possibile, e anche se lo fosse non la contemplerei. Quindi devo pensare. Ma a cosa?
Farebbe comodo un pulsane "off" dietro la testa, di tanto in tanto, ma non ne siamo provvisti. Milioni di anni di evoluzione, e non possiamo nemmeno distrarci da noi stessi per cinque minuti. A qualcosa dovrà pur servire allora questa scatola piena di cavi aggrovigliati.
Cercare di guidare il proprio pensiero è inutile, e lo porta sempre sulla strada sbagliata. Non si può evitare una cosa ficcata al centro del nostro cervello, tanto vale farsene una ragione. E in questo momento piantato nella mia fronte c'è qualcosa che somiglia molto ad uno dei chiodi che tenevano Cristo inchiodato sulla croce, con tutto il sangue e la ruggine.
La mia mente deve essere lasciata libera, e il chiodo non può essere evitato. E allora non lo eviterò. Se è là che il pensiero vuole andare, che vada.
E ci dovrà sbattere ancora molte, molte, molte, molte, molte, molte, molte, molte volte ancora. E probabilmente spesso farà male. Come ieri notte e oggi, ad esempio.
Ma ci sono dei giorni in cui non è così, in cui quel chiodo è un dono, per quanto sia conficcato in profondità e incrostato del mio stesso sangue. Ci sono momenti come l'altra notte. Illusioni? Forse, ma non saprei dire fino a che punto.
Per quanto io sia acciecata dalla forza dei miei sentimenti so che questa è la mia strada adesso. L'ho scelta, ed eccola. No, non ha proprio un bell'aspetto. Ma so perfettamente perché sono qui. E tu dovresti saperlo.
E' tutto scritto qui, la mia testa si è aperta e si è svuotata in queste pagine. E l'hai letto.
E' tutto scritto qui.

3 commenti:

  1. Chiodo scaccia chiodo ?
    Se Gesù l'avesse saputo...

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  2. Perchè pensare al chiodo quando potremmo darci da fare col nodo. Sciogliere e tessere. La forza fa posto alla ragione. Il sentimento poi è un dolce unguento. Il bandolo che sfugge, lo sguardo che lo cerca. La tessitrice è bella e il suo disegno un incanto.

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