martedì 24 novembre 2009

La cosa di cui non si può parlare

Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.
Ludwig Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus

La cosa di cui non si può parlare è una cosa di cui non si può parlare.
E fin qui non ci piove.
Ricorda un po' la prima volta che a lezione di filosofia ti dicono che l'Essere è e non può non essere. Normalmente si reagisce con qualcosa che suona come: "Ma va'?"
Poi arriva Heidegger e se ne esce con l'Essere che non è. Ed ecco che secoli e secoli di metafisica vanno a farsi benedire.
Della cosa di cui non si può parlare non si può parlare.
E infatti, non ne parlerò.
La cosa di cui non si può parlare ha occupato ben undici pagine del mio quadernino rosso e altre quattro in un file criptato nel mio pc.
La cosa di cui non si può parlare è un pensiero assurdo, mosso da un sentimento irrazionale in maniera parassita.
E' la Fenice che si immola sulla sua pira, per rinascere, ancora.
La cosa di cui non si può parlare non può esistere in questo mondo. O meglio, non deve.
E' la sua assurdità a renderla impossibile, irrealizzabile. Eppure, basterebbe così poco, in effetti. Ridicolo. Irrazionale, totalmente irrazionale. Assurdo.
E' la cosa di cui non si può parlare, e non si può veramente, non dovrebbe esistere, ma ci sono pagine e pagine in cui se ne parla, pagine più nascoste di questa, di questo blog. Ma ci sono.
La cosa di cui non si può parlare è perfettamente delineata, in modo aggiacciante e freddo, senza parole che indichino un sentimento, una persona, la vita che c'è dietro.
Un lungo dolly, una carrellata in bianco e nero, o forse qualcosa di pulp, alla Tarantino, con un solo elemento di colore, rosso.
Questa è la cosa di cui non si può parlare, la cosa che non deve esistere, non deve accadere, nemmeno nella mia testa.
La cosa di cui non si può parlare è scritta in tratto per nero, per undici paginette numerate a mano, descritta in una parola: noir.

7 commenti:

  1. e meno male non se ne può parlare ...

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  2. marti, da quando siamo passati da " esperimento letterario" a " quasi quasi..ehm meglio di no" ?

    Accennando alla cosa di cui non si deve parlare, ti vedo lì, nella stanza buia, illuminata dalla sola luce del monitor...e questa cosa, amica mia, mi trasmette una certa inquietudine...

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Il file criptato mette ansia...
    Ma non si "può" o non si "deve"?

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  5. Bello avere dubbi.
    Però immagino sia una scelta.
    Quindi "non si può" perché non vuoi...

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  6. Porsi il dubbio è porsi la domanda. Porsi la domanda è osare il sapere.

    PS
    Per una volta ringraziamo gli americani per la definizione di noir.

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