martedì 27 ottobre 2009

Ad memorandum 26/10/1998

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
-Eugenio Montale

Ieri sarebbe stato l'undicesimo compleanno di qualcuno a me caro come nessuno.
Ieri sarebbe stato l'undicesimo compleanno di una grande compagna, un'amica, una sorella.
Ieri sarebbe stato l'undicesimo compleanno di un grosso pezzo del mio cuore che non c'è più, ed è semplicemente insostituibile.
Un tumore ti ha strappata al nostro mondo, e non c'è bisogno di dire che della tua voce si sente la mancanza. Incapace di parlare come noi, eri quella che meglio di tutti sapeva farsi capire. Su ciò che volevi non potevano sorgere dubbi, i tuoi occhi dicevano più di quanto qualunque parola possa dire, anche quando sparivano sotto ciuffi arruffati di riccioli ribelli. Sapevi ciò che volevi-e come ottenerlo.
Ruffiana come pochi, abile imitatrice di Paolino Paperino, ci hai conquistati con la tua vitalità e la tua testardaggine. Volevi essere umana, e a volte lo eri più di tutti quanti noi. Rivendicavi il diritto a mangiare a tavola, a sedere sul divano e a dormire nel mio letto di tanto in tanto. E volevi tutto lo spazio per te, tra l'altro.
Non davi ascolto a nessuno se non a te stessa, e a volte facevi saltare i nervi. Riuscire a farti prendere una medicina era come cercare di guardare negli occhi un'anguilla. Eppure, a me prestavi sempre attenzione-quando volevi. E per me eri quanto di più speciale si potesse chiedere.
Avrei voluto darti di più, avrei voluto poterti salvare, avrei voluto avere più tempo. Avrei vuoluto almeno dirti addio.
Mia, veramente mia. E tuttavia di nessuno.
Sei stata te stessa fino alla fine.

2 commenti:

  1. piccola marti, il tuo cuore ( non precisamente l'insieme di atrii e ventricoli) è uno spettacolo meraviglioso, soprattutto ma non necessariamente attraverso il tuo guscio adorabilmente complesso.
    mi sono commossa.

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  2. Mi dispiace.
    Scusa se non sono riuscito a parlare con te prima
    Ti abbraccio

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