sabato 17 ottobre 2009

Il cambio degli armadi

Oggi è una giornata da mal di testa.
Le giornate da mal di testa si riconoscono subito, sono presagibili già la sera prima, quando si va a dormire, e confermano la loro presenza già subito la mattina, quando, ancora con la testa sotto le coperte, si fanno sentire tramite la luce che filtra da fuori la finestra, e ancora attraverso le lenzuola. La testa sembra piena di ovatta appena appena umida, i suoni arrivano distorti, rimbalzano sulle pareti, sulle porte, nelle orecchie e nella testa, e nella testa, e nella testa, e nella testa...
La domenica è una classica giornata da mal di testa. E oggi è sabato. Questo mi porta a pensare che ci saranno due giornate da mal di testa questa settimana. Chissà perché, ma l'idea non mi entusiasma.
Oggi è anche il giorno del cambio degli armadi, il che spiega anche il mal di testa. Mia madre si è alzata presto, ha iniziato già a tirare fuori vestiti da luoghi oscuri ed inesplorati, fare lavatrici, passare l'aspirapolevere in ogni angolo, persino in quelli di cui probabilmente lei stessa ignorava l'esistenza. Mi chiama, vuole che mi alzi e mi renda utile. Sto raggomitolata sotto le coperte e penso: se mi alzo, mi dovrò fare la doccia, e poi asciugarmi i capelli, e mi verranno i capelli a fungo, e sembrerò una pioniera anni '30, e dovrò girare tutto il giorno per casa fingendo di essere Merna Kennedy solo per non sentirmi del tutto idiota. A volte mi chiedo come faccio a pensare tante cretinate.
Alla fine mi alzo anch'io. Sono le 11 e mezzo.
Mi trascino in bagno, mi lavo i denti, mi infilo sotto la doccia.
Sento ancora la testa piena di ovatta, forse per l'overdose di Satyricon di ieri sera. E non ci ho capito niente, tra l'altro.
Oggi ho voglia di fare, a differenza di ieri. Ieri riuscivo solo ad aspettare altri "due minuti", ricordo di tanti altri "due minuti" del mio passato.
Oggi vorrei fare quello che devo fare pensando solo a quello che devo fare, e magari pensare ai prossimi due minuti, anziché a due minuti fa. Eppure non mi riesce molto bene, anzi. Se una buona percentuale del mio cervello vuole pensare a fare il cambio degli armadi, a un programma per stasera, la parte che rimane riesce a pensare solo che oggi è il 17 ottobre e a quello che è iniziato esattamente un anno e sei mesi fa. E da lì si origina il mal di testa. Ma almeno per oggi è meglio cercare di lavorare su altro.
C'è da fare il cambio degli armadi. Un lavoro noioso, di solito causa di una bella litigata con mia madre. Lei butterebbe tutto, io terrei tutto. Alla fine, di solito, nessuna delle due ha la meglio, e si rimanda il problema al cambio successivo.
Un giorno avrò un armadio enorme, in una stanza enorme, così ci sarà spazio per tutto, pure per quello che dovrei veramente buttare via. Ci sarà spazio pure per le farfalline, che inesorabilmente si mangeranno tutto. E allora a cosa sarà servito avere un armadio enorme?
Un enorme serbatoio per tutto, dove tutto resta fermo in eterno, dove non c'è mai ricambio tra stagione e stagione. E' rassicurante, ma quanto spazio lascia all'evoluzione? Là le cose non si perdono, non si abbandonano mai. Si deteriorano e basta. E quando non ne rimane più niente, siamo costretti a sostituirle con qualcosa di nuovo.
Qualcosa cambia comunque, per forza, che si faccia pulizia ad ogni cambio di stagione o che si lasci che sia il tempo a farla per noi.
Non mi piace fare il cambio degli armadi.
Voglio un armadio enorme.

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