domenica 30 maggio 2010

Casablanca

Ilsa, le cose da eroe non mi piacciono. Ma tu sai bene che i problemi di tre piccole persone come noi non contano in questa immensa tragedia. Un giorno capirai... Buona fortuna bambina!

1942. Humphrey Bogart è, come avrebbe detto Woody Allen trent'anni dopo, bassino e piuttosto bruttino. Ma è sufficientemente basso e brutto per poter aver successo per conto suo. Ingrid Bergman è splendida così, in bianco e nero. Che poi nero nero non è mai, ma sempre grigio. Sottigliezze.
Riescono a regalare al cinema una delle scene che ne avrebbero scritto la storia, probabilmente una tra le più citate in assoluto, tanto da divenire uno dei punti salienti in uno dei pilastri della mia cultura cinematografica, ovviamente alleniano-non poteva essere altrimenti.
Play it again, Sam, in italiano Provaci ancora, Sam, scritto e interpretato da Woody Allen ma diretto da Herbert Ross, ormai fa parte della mia biografia, e così sono stata costretta a prendere seriamente anche Casablanca.
Non mi è mai piaciuto Bogart. Per nulla. E Casablanca non è mai stato il mio genere di film. Eppure, quando ne ho l'occasione, lo riguardo. Come quella volta che lo davano in tv, non c'era nessuno in casa e io mi misi a lavarmi i capelli nel lavandino in cucina.
Credo di averlo sempre trovato piuttosto irreale. Nessuno lascerebbe mai andare Ingrid Bergman così, con un salame qualunque. Ma se lo fa Bogart, al pubblico si inumidiscono gli occhi, e le signore tirano fuori i fazzoletti dalle tasche.
Perché un gesto così deliberatamente drammatico? Perché trasformarsi da burbero che cura solo i propri interessi nell'eroe della situazione?
Bogart ce la fa, e diventa un classico. Più di sessant'anni dopo fanno fare qualcosa del genere anche a Batman, anche se con l'ago della bilancia spostato nell'altro senso, e la cosa appare originale. Ma non credo cambi veramente qualcosa.
Ci piacciono gli eroi travestiti da cattivi ragazzi, ci piacciono proprio, e, sebbene la formula non sia cambiata dagli anni '40, riescono ancora ad infinocchiarci. E ci piace.

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