venerdì 21 maggio 2010

Scritto dall'altalena che va su e giù

E' venerdì. Di nuovo.
Domani non mi devo alzare, domani non avrò nessun impegno particolare prima di sera. Posso dormire fino a mezzogiorno, all'una, alle due, alle tre anche.
Che ci faccio allora stasera, qui, da sola, davanti ad un pc-di nuovo?
Curioso come certe cose fatichino a cambiare. Curioso il significato di certe parole, anche. Curioso come ciò che a volte si dice possa significare tutto, o, più probabilmente niente.
Potrei non trovarmi qui, ora. Potrei, appunto. Ma ho scelto di fare di oggi un giorno esattamente come gli altri, per guardare ancora il mio umore che fa su e giù, senza alcun motivo apparente.
Comincio a trovare ironica questa situazione. Davvero. Il fatto è che ha perso completamente quella parvenza di senso che le era rimasta.
Diffido totalmente della mia capacità di prendere vere decisioni su tutto ciò che possa coinvolgere il sentimento. Sentimento.
Interessante. E' completamente dominato dal mio umore, e il mio umore è completamente dominato dai miei livelli ormonali. In pratica, quindi, i miei sentimenti sono dosati in una confezione di pillole. 28, per l'esattezza.
Ora potrei disegnare un grafico delle mie reazioni emotive, calcolarle, trasporre il tutto in uno schema, così da non far stupire più nessuno, da non essere più un rompicapo. Sempre che il capo si rompa.
Io continuerei comunque alla stessa maniera, non cambierebbe l'andare dei miei pensieri, né le sensazioni. Continuerei su quest'altalena, e le cose non si chiarirebbero, né ci sarebbero vere soluzioni.
Questo è ciò che mi è sempre maggiormente dispiaciuto del mio funzionare a cicli. A un uomo non potrai mai dire che è la sindrome premestruale.

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