mercoledì 17 febbraio 2010

Rovesciamento

Il tempo scorre, e un mese ci mette pochissimo a passare. Soprattutto febbraio.
E' facile gettare un'occhiata alle mie spalle, e vedere passo dopo passo come sono arrivata ad oggi. Le cose cambiano aspetto viste da questa prospettiva.
Ho smesso di guardare il Mondo Convesso da fuori, ma non sono tornata dentro. Mi piace starmene da sola col mio Tempo, tutto il Tempo che voglio. E vederlo scorrere.
Sono in alto adesso, molto in alto, in un cielo bianco neon. Il Mondo Convesso è sotto di me, distante, un enorme vortice di voci e di volti, di storie. Più storie di quante io ne possa raccontare, e più di quante possano interessarmi.
Lo trovo quasi divertente. Ma non credo di voler tornare là. Le cose sono diverse viste da fuori, nella dimensione del Tempo e della verità.
Però star qui è un non vivere.
Provo forte, chiara e distinta una vertigine, che mi prende alla bocca dello stomaco e mi fa girare la testa, e sento il sangue fluire, e tutto il mio corpo che pulsa, come invaso da un calore torbido. E mi piace.
La sensazione è quella di essere sul punto di cadere, di nuovo. Ma ora è diverso.
I sensi si eccitano, le ginocchia tremano. Il respiro si spezza ancora una volta, ma non soffoco. L'aria non si chiude intorno a me, ma si apre, e qualcosa si irradia tutto intorno. E rimango sospesa su un filo, un brivido.
Sono terrorizzata. Il salto fa paura, tanta paura. Ma non vedo l'ora di tuffarmi.
Potrei anche rompermi l'osso del collo, in effetti. Oppure, e questo sarebbe peggio, potrei spezzarmi braccia e gambe, e la schiena, e rimanere lì come detrito umano semifunzionante. Chissà quanto durerebbe.
Ma non mi va di pensarci.
Il vuoto è qualcosa da riempire, la mia paura è solo frutto dell'ignoranza, la vertigine è la spinta per qualcosa in più.
Potrei stroncarmi le gambe. Ma potrei anche rimanere sospesa, fluttuare, e magari volare, anche.
O molto più probabilmente stroncarmi le gambe.
E' così, non c'è niente da fare. Ma dovrò decidermi prima o poi.
Per adesso mi godo la mia vertigine.
Fa bollire il sangue.

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