lunedì 1 febbraio 2010

Martina Paranoica

Teatri vuoti e inutili potrebbero affollarsi
se tu ti proponessi di recitare te
Emilia Paranoica
CCCP

Stai tranquilla.
Tutto passa.
No, non è vero. Si risolve, ma non è detto che passi.
Va bene allora. Tutto si risolve.
No, no... Non si può risolvere tutto. Non che abbia problemi così grossi da non poterli risolvere. Ma non si può risolvere tutto. Ci sono cose per cui non si può fare niente. Come quel discorso che facevamo sulla pena di morte. Ma non c'entra niente con me, forse, vero?
Va bene, va bene, andiamo avanti.
Tranquilla.
Cerca di non pensare.
No. Impossibile. E' impossibile non pensare. Come quando ti dici: "Adesso non penso a niente". Non è vero. Stai pensando a non pensare. E quindi pensi. Oddio, mi devo calmare. Qual è il problema, in fin dei conti?
Devo abituarmi a guardare le cose dall'esterno, come un film.
Quando osservo mi sembra sempre più semplice. E forse il punto è proprio questo: che è semplice. Perché non può esserlo anche per me?
Che cosa c'è veramente che non va in questa storia, per esempio? Niente. Tutto è al suo giusto posto. Tranne l'orgasmo. Come suona pesante questa parola. Non dovrebbe.
Non dovrebbe perché io dovrei sentirmi tranquilla. E io dovrei sentirmi tranquilla. Ma non è così.
Va tutto bene. Va veramente tutto bene. Non lo dico per convincere me stessa o chiunque altro, ma perché è vero.
Ho la tendenza a complicarmi la vita. Perché devo trovare quello che non va anche quando non c'è?
Ora, per esempio. Mi fermo, e guardo le cose nella giusta prospettiva. Perché stavo piangendo ieri notte? Quale problema reale era così insormontabile da farmi piangere? In tutta franchezza, non lo so nemmeno io.
O meglio: non so cosa ci fosse di così grave.
So quale sia stata la mia preoccupazione. Ma in effetti, non è così grave.
Sono su una strada, né troppo spaziosa né troppo stretta, non trafficata, accogliente, l'illuminazione mi piace, l'aria è alla giusta temperatura. La passeggiata, quindi, è assai gradevole. Ma non ho idea di dove io stia andando.
Perché deve essere un problema?
Non posso godermi questo giretto in santa pace? Sì che posso. Ma non mi riesce.
No, no, no, "non mi riesce" non si dice.
Devo per forza andare da qualche parte? Certo. Sto effettivamente andando da qualche parte, solo non so dove. Ma so dove vorrei arrivare. E questa potrebbe essere la strada adatta. Oppure potrei cadere da un dirupo e morire. No, anzi: potrei cadere da un dirupo e rimanere lì agonizzante. Sì, questo è molto peggio.
Perché penso certe cose? Perché è così divertente fare la grande disillusa? No, non è questo, non lo trovo affatto divertente.
Sono emotiva. E paranoica. Ma non voglio incentrare la descrizione di me stessa su questa seconda caratteristica. Non vorrei che la gente si ricordasse di me per le mie ossessioni su come ritengo vada riposto il sapone.
Sono emotiva. Qualunque cosa mi accada intorno mi colpisce con intensità raddoppiata rispetto al normale. E quindi, quando sembro una bambina non è tanto perché sono infantile, immatura e via di seguito. Sono solo sopraffatta da qualcosa. Devo ancora imparare a gestire certe situazioni.
Non ho sempre potuto [o voluto] mostrare quello che provavo, ed il risultato è che adesso l'emotività mi esce da ogni parte. Come se fossi una fontana.
Sì, forse sono una bambina, ma non voglio farne un nuovo handicap.
Ora voglio concentrarmi.
Stai tranquilla.
Tutto passa.

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